FUKUSHIMA: DIECI ANNI DOPO
11 Marzo 2011, Fukushima, ore 14:46 locali. Un sisma di magnitudo 9 si abbatte sulla zona nord del paese con epicentro nella prefettura di Miyagi: è il terremoto più potente che abbia mai colpito il Giappone.
Il disastro causato nella città di Fukushima © Fly And Dive
Dopo le scosse si genera un potente tsunami con onde di oltre 10 metri - la più alta registrata ne misurerà quasi 40 - che provoca un disastro nucleare, il più grande dopo quello di Chernobyl e primo in assoluto nella storia del Giappone, coinvolgendo le centrali di Fukushima, Onagawa e Tokai.
Il cosiddetto “Pino dei Miracoli” di Fukushima © Hit1912
Il Giappone è storicamente un'area a forte rischio sismico perchè all’interno della cosiddetta “cintura di fuoco”, una zona a forma di ferro di cavallo che si estende dalle Isole Tonga fino al Perù e che fa coincidere in prossimità dell'isola nipponica il punto di incontro di ben quattro placche tettoniche.
Nel paese sono storicamente radicate le attività di consapevolezza ed educazione tanto che, già in seguito al grande terremoto del Kanto nel 1923, venne addirittura istituita il 1° Settembre la Giornata Nazionale di Prevenzione dei Disastri dedicata alla sensibilizzazione su questo tema, durante cui milioni di cittadini partecipano a massicce esercitazioni generali. Nelle scuole gli studenti partecipano a simulazioni fino ad una volta al mese e la legge nazionale prevede per tutti almeno due volte all'anno un training obbligatorio apposito.
Una delle numerose esercitazioni che si tengono regolarmente in Giappone © M.M.Yasin
Esistono diverse misure per la prevenzione e il monitoraggio in tempo reale rispetto alle situazioni di pericolo: dalla costruzione di edifici antisismici al lancio di comunicazioni tempestive ed efficaci, passando per le soluzioni legate alla mobilità e i trasporti. Essendo infatti il Giappone percorso da una rete ferroviaria molto densa, al fine di garantire la sicurezza di tutti i passeggeri, i treni sono dotati di sensori antisismici che vengono attivati per fermare i mezzi in movimento nella zona a rischio, permettendo ai passeggeri di ripararsi ed allontanarsi dalle zone pericolose.
Molti giapponesi dispongono di kit di sopravvivenza per i terremoti - acquistabili per le proprie case e speso forniti negli uffici - in cui trovare materiale di primo soccorso, acqua in bottiglia, razioni di cibo, guanti e caschetto, mascherine, coperte termiche, torce e radio.
Il kit di emergenza molto diffuso in Giappone © Yoshi0511
Sono molti i progetti a livello nazionale e internazionale per sostenere la popolazione locale e la rinascita del territorio: dalle azioni di rimboschimento svolte da gruppi di volontari alla sensibilizzazione dei cittadini, dalla scrittura di libri sulle conseguenze di questo tragico evento alla riconversione delle fabbriche, per arrivare alla creazione di prodotti e oggetti sviluppati con materiali di recupero.
Possiamo citare come esempi di questo ciclo virtuoso gli sgabelli di Channel Factory, realizzati con scarti provenienti da materiale ritrovato dopo il disastro causato dalle onde dello tsunami, e il tessuto Miracle Roll di Saito-Sangyo, realizzato con piante e seta, che unisce un forte effetto antibatterico con la capacità di creare raggi infrarossi, quindi calore.
Un memoriale per le vittime di Fukushima © Nishi81
A dieci anni dalla catastrofe, Fukushima è oggi coinvolta in un grande progetto sul territorio, che guarda al futuro e all'energia rinnovabile: è stato avviato un importante progetto per la costruzione di 11 centrali solari e 10 centrali eoliche sui terreni contaminati ed abbandonati, per una riconversione che dovrebbe concludersi già entro il 2024.
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