IL KINTSUGI: L’ARTE CHE CELEBRA ERRORI ED IMPERFEZIONI
Le tecniche artistiche giapponesi sono varie ed affascinanti. Una di esse è unica nel suo genere e particolarmente apprezzata in tutto il mondo da molti secoli: il Kintsugi, una forma d’arte che incanta non solo per le capacità tecniche necessarie per la sua esecuzione, ma anche per il pensiero filosofico che ha stimolato.
Il termine “Kintsugi” (金継ぎ) - traduzione letterale di “aggiustare con l’oro” o “toppa dorata” - si fonda su una tecnica che prevede la riparazione di vasellame e stoviglie rotte, ricostruendo la forma dell’oggetto incollando i cocci con lacche mescolate a polveri di metalli preziosi come oro e argento.
Una tazza riparata con la tecnica del Kintsugi © Motoki Tonn via Unsplash
Gli artigiani del Kintsugi tramandano questa tecnica da numerose generazioni: le prime tracce di pratiche simili si possono far risalire addirittura fino al periodo Jomon, un lunghissimo frangente di tempo che va circa dal 10.000 A.C. al 400 A.C..
La pratica per come la conosciamo oggi tuttavia ha trova la sua maturità nel XV secolo, quando lo shogun Ashikaga Yoshimasa ruppe la sua tazza preferita e chiese ad alcuni tra i migliori artigiani giapponesi di ripararla; vista l’alta carica militare dello shogun, l’oggetto fu riparato con lacca arricchita da polvere d’oro.
Dei cocci pronti ad essere ricomposti tramite il Kintsugi © Daniel Tafjord via Unsplash
Si possono identificare tre categorie di lavoro del Kintsugi. La prima è Hibi (ひび), “crepa”, ovvero quella tecnica che prevede semplicemente la ricostruzione dell’oggetto utilizzando la preziosa colla. Un’altra tecnica è Kake no Kintsugi Rei (欠けの金継ぎ例), ovvero “esempio di riparazione dorata (del pezzo) mancante” e con questa modalità di lavoro si va a ricreare con l’oro la forma del pezzo dell’oggetto mancante, costruendolo su misura. L’ultima delle tecniche è Yobitsugi (呼び継ぎ) ovvero “invito ad aggiustare/unirsi”, tramite la quale viene utilizzato un pezzo proveniente da un’altra stoviglia per ricostruire l’oggetto rotto.
Una tazza ricostruita tramite la tecnica Kake no Kintsugi Rei © Fabio Bastante via VO+
Dal momento della sua nascita il Kintsugi ha affascinato le corti del Giappone, spingendo molti ricchi a rompere volutamente le proprie ceramiche per poterle ricostruire con questa tecnica.
L’oggetto lavorato tramite questa forma di artigianato viene reso un pezzo unico ed inestimabile, facendo crescere di molto il suo valore artistico ed economico: un oggetto riparato tramite l’arte del Kintsugi non avrà mai una replica, poiché non si potranno mai rompere due pezzi in maniera identica.
Gli strumenti di lavoro di un artigiano di Kintsugi © Motoki Tonn via Unsplash
Il Kintsugi nasconde anche un significato spirituale: una concezione filosofica della vita e degli errori che si possono incontrare nel percorso personale di ciascuna persona. In fondo, questa arte celebra le imperfezioni e le cicatrici. Secondo il pensiero di questa pratica non bisogna nascondere le ferite o vergognarsene, poiché queste sono il risultato delle battaglie affrontate e delle vittorie personali. Si tratta di un sinonimo di resilienza e della capacità di rialzarsi dopo ogni caduta: con ogni errore si impara qualcosa di nuovo e si conquistano ostacoli inizialmente apparentemente insormontabili.
Un piatto aggiustato utilizzando una preziosa colla rosa © Fernando Lavin via Unsplash
Il fascino del Kintsugi continua ad ispirare moltissimi artisti da tutto il mondo, i quali hanno ripreso la tecnica, o la concezione di questa pratica per interpretare le loro opere artistiche. L’artista inglese Charlotte Bailey, per esempio, ha inventato una tecnica per riproporre il lavoro del Kintsugi utilizzando del tessuto dorato invece che la tradizionale lacca: prima avvolge ogni singolo frammento dell’oggetto rotto con un velo e successivamente cuce ciascun coccio utilizzando del filo d’oro. Negli Stati Uniti d’America invece l’artista Victor Solomon ha ristrutturato un campo da basket distrutto dalle intemperie, versando della resina dorata nelle spaccature presenti sul terreno di gioco. Ora il campo da basket è chiamato Kintsugi Court.
Il Kintsugi Court visto dall’alto © Shafik Kadi via Dezeen
Il Kintsugi insegna quanto sia importante non “darsi per vinti”, lavorare per “ricomporre i cocci” e costruire qualcosa che possa essere ancora più importante e di valore. Le crepe dorate valorizzano l’unicità personale di ciascuno e rendono ogni persona ricca grazie alle proprie sofferenze e al proprio intimo percorso di crescita.
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