LA SCRITTURA GIAPPONESE: MODA, ARTE, DESIGN
Quante volte vi è capitato di essere rapiti da quegli affascinanti caratteri giapponesi e di aver provato ad indovinare quale potesse essere il loro significato? Stiamo parlando dei kanji (漢字): anche se possono sembrare solamente il metodo utilizzato in Giappone per scrivere, rappresentano un aspetto fondamentale della cultura, del design e dell’arte del Paese del Sol Levante.
Esposizione di caratteri tipografici al Tokyo Art Museum © Liam Burnett-Blue
Nella scrittura della lingua giapponese viene in realtà utilizzata una combinazione di quattro diversi tipi di sistemi di carattere: kanji, hiragana, katakana e alfabeto occidentale. I caratteri kanji sono originari della Cina: l’avvento degli scambi commerciali con questo paese, il popolo giapponese iniziò ad apprenderne la lingua e la scrittura degli ideogrammi, successivamente assorbiti e modificati adattandosi alla lingua autoctona.
I kanji in rilievo per le strade di Tokio © Jun Taniguchi
Una curiosità? Il numero totale di kanji esistenti si attesta intorno alle 50.000 unità, ma solamente i 1.945 jōyō kanji (kanji di uso comune) e i 293 jinmeiyō kanji per i nomi propri possono essere utilizzati per la stampa.
Mini Kit Kat Dark Matcha © Tenoha
Un esempio divertente di come la tipografia nipponica venga utilizzata da diversi brand arriva da Kit Kat: il famosissimo dolcetto di origine inglese è stato prodotto per il mercato giapponese in tantissime e curiose varianti. Sbarcando in Giappone, l’utilizzo dei kanji per identifare queste ultime ha portato alla creazione di confezioni che sembrano opere underground di un graffiti artist.
Insegne di Shuetsu Sato alla stazione di Nippori © Wikimedia / Mayuno
È possibile trovare kanji in ogni angolo del Giappone, ma è sottoterra che delle semplici scritte si trasformano in opere d’arte. Nella metropolitana di Tokyo, infatti, Shuetsu Sato (佐藤 修 悦) guida i pendolari delle ore di punta grazie alle sue scritte create con del comunissimo scotch: grazie a pochi rotoli di nastro adesivo e un paio di forbici, l’artista è riuscito ad elevare le umili insegne dei cantieri in capolavori incredibili.
Riproduzione di un kanji © Niketh Vellanki
Se questa breve introduzione al mondo della scrittura, della tipografia e degli ideogrammi giapponesi vi ha affascinato, perché non provare a riprodurre i kanji o le opere di Shuetsu Sato? Siamo sicuri che ne varrà la pena!
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